Carissimi amici,
nella difficile situazione che tutti stiamo vivendo abbiamo bisogno, come credenti, di essere assicurati che il Dio di Gesù Cristo, mediante il suo Spirito, sta agendo in nostro favore. Mai come oggi sperimentiamo la prossimità della morte, la sua devastante potenza e la povertà dei nostri mezzi per contrastarla e vincerla. Stiamo anche imparando che solo attraverso una nuova solidarietà con tutti possiamo essere vittoriosi su questo nemico che usa armi invisibili che diffondono inquietudine e recano un grande dolore.
In queste settimane circolano molte parole; abbiamo imparato a distinguere le parole che ci danno una mano per vivere meglio dalle parole vuote, che dilatano gli spazi della paura e che non portano nessun beneficio. Abbiamo bisogno di parole vere, che nutrono lo spirito.
Con questo sussidio desideriamo aiutarvi ad essere abitati dentro da una forza spirituale che, vincendo la morte e la sua potenza, ci innesta profondamente nella vicenda di Cristo, il Crocifisso Risorto.
Non possiamo andare in chiesa per celebrare comunitariamente i santi misteri della nostra fede. Pur potendo assistere alle celebrazioni trasmesse dai mezzi di comunicazione, noi vivremo la Pasqua nelle nostre case. Siamo convinti che ogni nostra famiglia, anche chi vive da solo, possa celebrare la Pasqua, prendendo coscienza del suo battesimo, mediante il quale partecipa dell’unico sacerdozio di Cristo. Insieme, come corpo ecclesiale, siamo sacerdoti.
L’annuncio della Pasqua, dentro le nostre case, nutrirà la nostra coscienza di fede di essere davvero un popolo sacerdotale e profetico, chiamato ad offrire a Dio non dei sacrifici, ma la propria stessa vita, e ad annunciare la gioia del Vangelo.
Da tempo noi non possiamo più celebrare l’Eucaristia come comunità. Questo ci manca tanto, e ci addolora. Ci mancano i volti, gli sguardi, i sorrisi, le strette di mano, gli abbracci, le parole che ci aiutano ad affrontare i giorni di lavoro e di fatica. Ci mancano la parola del Signore e il Pane della vita, doni condivisi insieme a tutta la comunità. Però, non siamo privati dei frutti dell’Eucaristia, che sono essenzialmente la carità verso Dio e verso il prossimo. Non ci è tolta la comunità, ma ci è data l’occasione per riqualificarla, per capirne i fondamenti umani ed evangelici, per tenere ciò che è buono e lasciar perdere ciò che non edifica.
La vera sfida di questi giorni terribili non è sapere quando finirà, per poter ripartire, ma se saremo capaci di costruire il nuovo. Questo non deve essere il tempo dove siamo dominati dalla paura, ma il tempo che ci offre l’occasione di scegliere tra la morte e la generazione di una nuova vita.
La Pasqua che sta per arrivare è una grande opportunità per costruire una comunità cristiana che scopre la sua identità di popolo, abilitato fin dal battesimo, ad offrire a Dio la sua intera esistenza e ad annunciare a tutti la parola del Vangelo, per edificare il regno di Dio.
Soprattutto nella Settimana Santa possiamo riscoprire la famiglia come “piccola Chiesa” che prega e ascolta la parola di Dio. Il Signore Gesù ha promesso di essere presente dove “due o tre” sono riuniti nel suo nome. Anche la famiglia è una piccola assemblea che può celebrare la propria fede, sapendo che il Signore Risorto è presente e vive in mezzo a noi.
Vi vogliamo bene.
la comunità monastica di Marango
Marango, Pasqua 2020
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